Nato nel 1954 ad Alessandria, dove vive e lavora.
Si occupa di fotografia dal 1977. Entrato in contatto con Luigi Ghirri, del quale viene considerato l’erede ideale, partecipa a molti dei progetti collettivi da lui promossi. Dagli anni ottanta svolge diverse ricerche fotografiche commissionate da istituzioni ed enti pubblici per progetti quali Archivio dello Spazio della Provincia di Milano (1987-1997), Reviving Monuments dell’Associazione Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea (2001), O” della Regione Lombardia (2001-2004), Paesaggi dissonanti. Fotografia e opere incongrue su incarico dell’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna (2003), Atlante italiano 003, Sguardi contemporanei. 50 anni di architettura italiana e Workscape della DARC (2003, 2004 e 2006).
Autore ironico, colto e appassionato di letteratura, realizza fotografie cariche di riferimenti teorici e letterari. A proposito di Oviglio (1981) – che apriva “A perdita d’occhio”, il primo capitolo di “Viaggio in Italia” – Fossati spiega: “è un omaggio alla razionalizzazione della visione e al disincanto che ne può derivare. Come insegna Erwin Panofsky, la rappresentazione dello spazio è la forma simbolica di una cultura. Nell’immagine, che ha un impianto prospettico centrale, l’arcobaleno è generato da un irrigatore che produce una miniaturizzazione di un evento celeste. E l’arco non finisce in un bosco, ma al centro di una strada asfaltata, dove non c’è nessuna pentola del tesoro…”.
Le fotografie di Fossati possono essere raccontate, perché sono enigmi fantastici, borgesiani, spesso racchiusi nello spazio riflessivo di una visione circolare. Le immagini tonde di Appunti per una fotografia di paesaggio suggeriscono un senso d’infinito, il cui simbolo è tracciato nella sabbia da solchi di ruote, o realtà altre, come il terreno lunare di Frascarolo, fiume Po (1991).